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    29 Marzo 2025
    Terremoto in Myanmar, oltre 1.600 morti: strage di bimbi nel crollo di un asilo a Kyaukse

    (Adnkronos) – All’indomani del devastante terremoto di magnitudo 7.7 nel sud est asiatico, il bilancio delle vittime in Myanmar – epicentro della scossa – è salito ad almeno 1.644 persone. Ad annunciarlo oggi è la giunta al potere. Sono intanto 3.408 i feriti, e al momento risultano disperse almeno 139 persone, spiegano le autorità. Secondo gli ultimi dati forniti, le abitazioni danneggiate dalla scossa nella sola regione di Mandalay sono 1.591. A riferirne è la Bbc.

    E la zona più colpita è proprio quella della regione di Mandalay, la seconda città più grande del Paese. Ma con le comunicazioni danneggiate, l’entità del disastro è ancora difficile da valutare e il bilancio delle vittime potrebbe ancora aumentare.

    Oltre 90 persone sarebbero intanto intrappolate tra le macerie di un edificio residenziale di Mandalay, la città birmana che si trova nella zona dell’epicentro del terremoto che ha colpito ieri la regione. A riferirlo all’Afp è stato un responsabile della Croce Rossa. I soccorritori sono alla ricerca di superstiti tra ciò che resta dello Sky Villa Condominium, costruzione di 12 piani che non ha resistito alla scossa.

    Tra gli edifici crollati per il sisma a Kyaukse, sempre nella regione di Mandalay, vi è anche la scuola materna West Mye Mye Kyi. I soccorritori hanno riferito di aver recuperato questa mattina i corpi senza vita di 12 bambini e di un’insegnante. Si teme che molte altre persone siano ancora intrappolate sotto le macerie, mentre con il passare delle ore le possibilità di sopravvivenza si affievoliscono.

    La Bbc riporta che secondo alcune fonti non confermate, sarebbero circa 50 i bambini e sei gli insegnanti ancora dispersi dopo il crollo dell’edificio. “Il numero approssimativo di persone presenti nella scuola era 50, ma al momento disponiamo solo dell’elenco di coloro che sono stati evacuati. Finora abbiamo recuperato 13 corpi”, ha dichiarato un membro della squadra di soccorso.

    Le operazioni di ricerca e salvataggio sono supportate dall’amministrazione della diga di Kyaukse, dalla Croce Rossa e da gruppi di assistenza sociale. Il terremoto ha causato danni significativi anche nella città di Kyaukse, dove diverse abitazioni e negozi sono crollati.

    Le forze fedeli alla giunta militare, nonostante il devastante sisma stanno continuando ad effettuare raid contro i ribelli nelle aree del Myanmar dove è stato dichiarato lo stato di emergenza. Lo ha riferito la Bbc, citando le Forze di difesa popolare – una rete di attivisti pro-democrazia – che hanno segnalato attacchi aerei nella cittadina di Chang-U a Sagaing, vicino all’epicentro del devastante terremoto.

    David Eubank, del gruppo Free Burma Rangers, ha fatto sapere all’emittente britannica che “la scorsa notte, dopo il terremoto, ci sono stati tre attacchi aerei nello stato meridionale di Shan e Kareni. Quindi, non si fermeranno”. L’organismo delle Nazioni Unite che indaga sulle violazioni dei diritti umani nel Paese ha avvertito che l’esercito sta compiendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità contro il suo stesso popolo.

    La giunta militare da tempo sta cercando di reprimere una rivolta armata pro-democrazia in Myanmar. Secondo un’inchiesta della Bbc risalente alla fine dello scorso anno, l’esercito controlla meno di un quarto dell’intero Paese, tuttavia, ha il dominio totale dei cieli. Utilizzando aerei da combattimento di fabbricazione russa e cinese, ha condotto attacchi devastanti sulle aree ribelli, colpendo scuole, monasteri, chiese e ospedali. In uno degli attacchi aerei più mortali fino ad oggi, sono state uccise più di 170 persone, tra cui molte donne e bambini.

    La scossa si è verificata ieri alle 14.20 ora locale, le 7.20 in Italia, a nord-ovest della città di Sagaing, nel Myanmar centrale, seguita pochi minuti dopo da una scossa di assestamento di magnitudo 6,4. Il terremoto ha raso al suolo edifici, distrutto ponti e danneggiato strade in vaste aree del Paese.

    Il sisma è stato avvertito in Cina e in Thailandia dove ha innescato il crollo di alcuni edifici. A Bangkok un grattacielo in costruzione è crollato e diversi operai sono morti, ma è corsa contro il tempo per liberare 110 persone che si ritiene siano intrappolate sotto le macerie di un alto grattacielo in costruzione, hanno detto i funzionari.

    Riferendosi alla stima sui decessi, l’Usgs, l’istituto geologico americano, teme “migliaia di morti” e parla di ”allerta rossa per vittime e perdite economiche correlate alle scosse” sismiche. ”E’ probabile un numero elevato di vittime e danni estesi, il disastro è verosimilmente esteso” si legge sul sito dell’Usgs.

    Il terremoto è stato avvertito con forza anche a Bangkok, in Thailandia, dove ci sono 10 morti, 42 feriti e 78 dispersi ha riferito la municipalità della capitale thailandese, secondo quanto riporta la Bbc. Il governatore di Bangkok Chadchart Sittipunt ha spiegato che 7 vittime sono lavoratori uccisi dal crollo del grattacielo di 30 piani in costruzione nella capitale thailandese. Ci sarebbero almeno quindici persone vive sotto le macerie dell’edificio. Le persone in vita sono in profondità sotto le macerie, tra i 5 e i 10 metri, riporta la Bbc citando le fonti locali.

    Decine di lavoratori sono stati tratti in salvo. Il premier thailandese Paetongtarn Shinawatra ha proclamato ieri lo ”stato di emergenza” nella città.

    L’Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico (Asean) ha annunciato che sosterrà le operazioni di soccorso in Myanmar e Thailandia. L’organismo – che si compone di dieci paesi membri, tra cui i due colpiti dal sisma – ha parlato di urgente necessità di assistenza umanitaria dopo che il terremoto “ha causato un numero significativo di perdite umane, di feriti e danni”. A riferirne è la Bbc.

    L’organismo afferma che “lavorerà a stretto contatto per coordinare l’assistenza umanitaria, sostenere e facilitare le operazioni di soccorso e garantire una risposta umanitaria tempestiva ed efficace”. Gli altri membri dell’Asean sono Indonesia, Malesia, Singapore, Brunei, Laos, Vietnam, Cambogia e Filippine.