
Sta succedendo di tutto nel calcio turco. Non certo, per notorietà, uno dei più prestigiosi d’Europa. I riflettori, diciamo così, del calcio del Vecchio Continente.. mirano decisamente altrove. Ma c’è qualcuno, al tramonto della sua straordinaria carriera, che ha deciso di scegliere Istanbul sponda Fenerbahce. E per continuare a catturare attenzioni mediatiche, dopo guerra a federazione e Galatasaray, lancia ancora la sua immagine al centro delle copertine attraverso gesti a dir poco eclatanti, per usare un eufemismo. Ieri Josè Mourinho ha afferrato il naso di Okan Buruk, ex centrocampista dell’Inter stessa, oggi allenatore degli acerrimi rivali, quelli del Gala. E dopo mesi turbolenti e tempestosi, di schermaglie e battaglie mediatiche, l’ennesima goccia che ha fatto traboccare il vaso diventa un quarto rovente come quello in Coppa di Turchia, vinto 2-1 dai giallorossi che conquistano l’accesso in semifinale con doppietta di Osimhen. Nel finale rissa provocazioni e parapiglia, interviene addirittura la polizia per separare le panchine a contatto, maxirissa e tre espulsi. Più di un quarto d’ora di recupero fino al triplice fischio, in cui succede l’accadimento che da ieri sera continua inesorabilmente a circolare sul web: Okan esulta e dopo aver salutato la terna arbitrale sembra rivolgere sguardo di sfida se non provocatorio a Mourinho, che non ci sta e sfocia, afferrando l’allenatore avversario per il naso. Episodio che rievoca il dito nell’occhio a Tito Villanova; ennesimo episodio di non comportamento tutt’altro che d’esempio per uno dei più grandi degli ultimi decenni come José. Buruk crolla a terra, probabilmente simulando più dolore di quanto effettivamente provato, ma gesto da condannare. Missione Mou: attenzioni sul suo comportamento, creare schermaglie, far passare la sconfitta della seconda forza turca quale il suo Fenerbahce in secondo piano? Sono ore calde, José rischia maxi squalifica.