
Cobolli c’è. Eccome. Eccolo il primo titolo in carriera nei 250 ATP per il giovane gioiello capitolino. Bucarest doveva rappresentare più che rinascita quel viaggio perfetto per mostrare al mondo del tennis dei grandi quanto Flavio sia realtà. E così è stato. Perché non sono arrivate soltanto prestazioni migliori, rinfrescanti, prestazioni in cui doveva dimostrare d’essersi ritrovato: cavalcata, cavalcata dagli ottavi in poi, abbattuti Gasquet, Milosic e Dzumhur, fino alla finale e trionfo, battuto pure Baez, conquistato l’ATP di Bucarest. E vale tanto. Proprio perché a quell’età puoi perdere certezze, dopo un inizio di stagione deludente e travagliato. Ha scelto questi livelli per tornare protagonista.. ha proprio vinto. Pressione gestita perfettamente, gara interpretata altrettanto: vince il primo set e amministra il secondo, scappando e resistendo al ritorno dell’Argentina. Alla fine con un doppio 6-4 se la porta a casa. Un titolo italiano, in attesa di Darderi a Marrakech. Un titolo per lui, il primo in carriera, prima di volare a Montecarlo. Dopo otto sconfitte consecutive e cocenti eliminazioni ai primi turni di Masters 1000, scocca pur la rivincita di Washington 2024: ecco la medaglia d’oro, eccolo il primo trionfo. E deve essere un punto di partenza. La Romania incorona Flavio Cobolli.