
(Adnkronos) – Donald Trump insiste nel difendere anche oggi, lunedì 7 aprile, i dazi, nonostante l’ennesimo tonfo di Wall Street. In apertura il Dow Jones ha segnato -3,05% a 37.146 punti e il Nasdaq ha perso il 3,71% a 15.009 punti. La Casa Bianca, inoltre, smentisce che Donald Trump stia valutando una pausa di 90 giorni per i dazi, definendola una ‘fake news’ secondo quanto riporta la Cnbc, citando una dichiarazione della portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt.
“Niente panico, non siate deboli e stupide”, è l’appello di Trump sul Truth Social, che si rivolge ai suoi concittadini americani, ricordando che “gli Stati Uniti hanno la possibilità di fare qualcosa che avrebbe dovuto essere fatto decenni fa”. “Gli Usa, maltrattati da tempo, stanno incassando miliardi di dollari a settimana dai Paesi approfittatori con i dazi già in vigore” scrive Trump in un post sul social Truth. “I prezzi del petrolio sono in calo, i tassi di interesse sono in calo (la lenta Fed dovrebbe tagliare i tassi!), i prezzi dei prodotti alimentari sono in calo e non c’è inflazione”.
Trump minaccia la Cina di un’escalation di tasse doganali. Se Pechino non ritirerà i suoi dazi (al 34%) entro domani, ha chiarito Trump in un post su Truth, gli Stati Uniti “imporranno alla Cina tariffe aggiuntive del 50%, a partire dal 9 aprile”. Sulla questione il presidente non ha fornito ulteriori dettagli.
“Tutti i colloqui con Pechino riguardanti le loro richieste di incontri con noi saranno terminati!”, ha proseguito Trump, mentre “i negoziati con altri Paesi, che hanno anche richiesto incontri, inizieranno immediatamente”.
La Cina, aggiunge, è “la più grande approfittatrice di tutte” perché “ha aumentato i suoi dazi agli Stati Uniti del 34% senza prendere in considerazione il mio avvertimento ai Paesi approfittatori di non reagire”. “Hanno guadagnato abbastanza, per decenni, approfittando dei buoni vecchi Usa! – ha aggiunto Trump – I nostri ‘leader’ del passato sono da biasimare per aver permesso che questo, e tanto altro, accadesse al nostro Paese”.
Quelle che anche la Cnn ha definito voci “infondate” sono circolate, dopo un’intervista, rilasciata stamane a Fox News da Kevin Hassett, massimo consigliere economico della Casa Bianca. Durante l’intervista il co-conduttore di Fox and Friends, Brian Kilmeade, ha chiesto a Hassett se il presidente, Donald Trump, starebbe considerando l’ipotesi di ‘mettere in pausa’ i dazi di 90 giorni, come richiesto ieri in un lungo post su X dal miliardario fondatore di Pershing Square, Bill Ackman, secondo cui con le tariffe si rischia un “inverno economico nucleare autoindotto”.
“Sì”, ha detto Hassett rispondendo alla domanda, ma con un incipit che è sembrato più un intercalare che una vera e propria risposta affermativa alla domanda di Kilmeade. Tanto è bastato per provocare una reazione dei mercati internazionali, che in pochi minuti hanno limato le perdite. Il consigliere ha, poi, continuato a rispondere, dicendo in modo vago: “Penso che il presidente deciderà quello che deciderà”, aggiungendo che “anche se si pensa che ci saranno degli effetti negativi dal lato commerciale, si tratta comunque di una piccola quota del Pil”.
“L’abuso dei dazi da parte degli Stati Uniti equivale a privare i Paesi, soprattutto quelli nel Sud Globale, del loro diritto allo sviluppo”, l’accusa rivolta intanto a Donald Trump dal portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian, secondo quanto riporta il Global Times. Il gigante asiatico continua a identificarsi come parte del gruppo. E, ha incalzato Lin, “alla luce dell’esistente disparità economica, l’aumento dei dazi Usa aggraverà ulteriormente le diseguaglianze economiche tra i Paesi e quelli meno sviluppati faranno i conti con le ripercussioni maggiori”.
Il portavoce ha citato l’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) e ha sostenuto che verranno “gravemente compromessi gli sforzi per raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile” che i Paesi si sono impegnati a centrare entro il 2030.
Il Wto stima che i nuovi dazi, uniti a quelli introdotti dall’inizio dell’anno, “potrebbero portare a una contrazione complessiva di circa l’1% nei volumi di commercio globale di merci nel 2025”, con “un calo di quasi quattro punti percentuali rispetto alle proiezioni precedenti”, come affermato nei giorni scorsi dal direttore generale del Wto, Ngozi Okonjo-Iweala.
Tra dazi e controdazi, Pechino accusa da tempo gli Stati Uniti di “bullismo” e “protezionismo”, ripetendo sempre di essere contraria alle misure tariffarie. Solo pochi giorni fa il vicepremier cinese Ding Xuexiang, sesto nella gerarchia del Partito-Stato, interveniva durante il Forum di Boao, incentrato sul rafforzamento del ruolo del gigante asiatico in Asia e dei rapporti con il Sud Globale. Si era parlato anche di come migliorare la resilienza delle economie asiatiche di fronte ai dazi Usa.
Da mesi molti Paesi del Sud Globale temevano il ritorno delle misure tariffarie. E nel tempo il Dragone non ha ‘risparmiato’ sugli investimenti in alcuni Paesi in via di sviluppo. Lo scorso anno il leader cinese Xi Jinping aveva rivelato una serie di misure a sostegno del Sud Globale al G20 in Brasile. Secondo il Guardian, la Cina ha più di una decina di accordi di libero scambio con i Paesi del Sud Globale. E in una recente intervista Brad Sester del Council on Foreign Relations ha sottolineato come una “fetta significativa del commercio della Cina con il Sud Globale sia un derivato della domanda Usa”.