
“Martello in Montecarlo”. Virgolettato di grafia, lettere e simboli che stampa col pennarello sulle telecamere del Principato, dopo due ore e mezza di battaglia. Matteo c’è. Tornato e risorto nel 2024, sprigionato nel 2025. Quando scrive una delle pagine più belle della sua carriera, dimostra al mondo di potersela giocare quando sta bene contro ogni avversario al mondo, strizza l’occhiolino a Sinner e batter Zverev: colpo grosso ai Masters 1000 sul rosso transalpino, Berrettini centra il terzo turno. Ma è una vittoria, al terzo set, colpo su colpo, che vale di più, molto di più del semplice accesso agli ottavi di finale. Perché per la prima volta in carriera batte uno dei primi due al mondo, permettendo all’amico Jannik di potersi ripresentare a Roma da numero uno, emanando un messaggio che significa tanto, per il tennis azzurro: il grande ruggito del Martello, classe che non tramonta mai. Nella settimana dei 29 anni rimonta e vince al terzo set contro Zverev. 6-2 contro il lanciatissimo tedesco, prima di capovolgerlo: risponde 6-3, lotta punto a punto e la vince al tie-break. Tutti in piedi. La terra è il suo habitat naturale, non per caso. Una giornata splendida per il tennis capitolino, perché dopo il primo trofeo (ATP 250 di Bucarest) torna a vincere in un 1000 e parte bene anche Flavio Cobolli, che ancora ai trentaduesimi strappa l’accesso ai sedicesimi: battuto il serbo Lajovic 6-2 e 6-4. Niente da fare e ben poca continuità dopo la sorpresona di Melbourne invece per Sonego, fuori con Martinez, subito dopo la deludente eliminazione a Marrakech; eliminato pure Arnaldi, ultimi colpi Gasquet; giovedì Musetti.