
Di Simona Tenentini
RIETI – Una nuova situazione di grave emergenza è denunciata, presso il canile sanitario di Rieti, dall’associazione “Adozioni del Cuore Rieti” responsabile, come da convenzione con il Comune, della gestione e adozione dei cani ricoverati nella struttura in via Cottanello.
Con una pec ufficiale, ovviamente sempre senza risposta, l’associazione di volontariato:
“Segnala la presenza, all’interno del Canile Sanitario, stanza tra l’altro non idonea, di due cani di proprietà, trattenuti all’interno da più di un mese. Uno dei due, un Akita, è entrato come morsicatore , è rimasto chiuso in una gabbia 1 m. per 1 m. fino ad ora senza poter uscire e senza che venisse attivato, per lui , un mirato intervento rieducativo da personale specializzato. La condizione attuale del cane così chiuso in stretti spazi non collima con le sue esigenze di corretto movimento fisico necessarie al benessere della muscolatura e cosa altrettanto importante, non è pensabile lasciare recluso tanto a lungo un essere definito senziente dall’articolo 9 della Costituzione.
Il prezzo sono gravi ripercussioni nella psiche dell’individuo che ne rallentano il recupero e mettono a repentaglio chi dovrà poi interfacciarsi con il cane. Un cane ha la capacità di apprendere ciò che l’essere umano gli insegna e di metterlo in pratica, per questo è possibile riabilitare un esemplare obiettivo migliore se questo vive nel benessere psicologico e fisico. In condizioni “armoniose” l’esemplare sarà pronto a raccogliere gli stimoli e creare nuovi legami e avrà l’opportunità di tornare a vivere nel contesto civile secondo l’educazione che gli verrà impartita. Al contrario abbruttito in un luogo soffocante e in mezzo alle proprie pene e difficoltà non è pensabile chiedere a un animale di fare uno sforzo di apprendimento importante. Per ogni studio psicologico l’ambiente influenza e influisce sul comportamento dell’individuo, è necessario trovare una soluzione.
L’associazione chiede pertanto una risoluzione in tempi brevissimi della grave problematica evidenziata. In attesa di risposta, si porgono cordiali saluti.”
Visto il silenzio degli enti preposti, martedì scorso la presidente dell’associazione, Roberta Di Carlo, si è recata personalmente presso l’ambulatorio veterinario per avere notizie e qui ha avuto l’amara sorpresa: in una gabbia ancora più piccola era stato ristretto da due giorni l’Akita, per una non meglio specificata patologia.
Solo dopo decise rimostranze il cane è stato riportato dove era prima, ovviamente sempre chiuso senza mai uscire.
Si tratta di una situazione ormai divenuta insostenibile – denuncia la Di Carlo – resa ancor più grave dal silenzio delle istituzioni preposte. La nostra associazione si è sempre dimostrata collaborativa formulando proposte per migliorare la condizione dei cani e tutelare il loro benessere. Purtroppo – conclude – non abbiamo mai avuto risposte positive da parte della Asl veterinaria e del suo responsabile ed i cani continuano a versare in condizioni di estremo disagio.”