Questo il salto di qualità che in tanti, che piano piano sentivano non a caso di provar via via sempre più sentimento per le sue qualità, chiedevano a Lorenzo Musetti. Testa, mentalità, freddezza. E cuore. Ma soprattutto attributi. E non a caso eccoci qui che fioccano nell’anno o forse biennio della consacrazione risultati così: Lorenzo per la prima volta in carriera centra una semifinale in un Masters 1000. Condizione fisica importante, quella che gli è valsa il passaggio ai quarti battendo agli ottavi un Berrettini che tra l’altro più riposato 48 ore prima batteva un numero 2 come Zverev. E invece adesso martella il carrarino, perché quello del venerdì è un colpo grosso. Uno statement, come lo definirebbero oltremanica. Una vittoria manifesto che gli consegna ulteriori copertine e lo proietta tra i più grandi: battuto il tre volte campione in carica, uno dei Re di Montecarlo, uno come Tsitsipas. E dopo un primo set interpretato francamente male, parte la rimontona. E ad ogni errore risponde con freddezza, sempre col muso avanti. Freddezza e mentalità. 6-3 per pareggiar la contesa, 6-4 per chiudere i giochi e far commuovere d’emozione la sua compagna Veronica, sempre fedelmente al suo fianco, pur nel Principato. Un Musetti maturo e definitivamente sbocciato. E che adesso sogna d’arrivare fino in fondo: domani sfida l’australiano De Minaur. Tradizione italiana sul rosso, grande scia: ancora una volta, seppur stavolta non quel Sinner pronto a rientrare agli Internazionali, vanterà un azzurro in semifinale.