
Ormai ci siamo. Questione di settimane, una manciata. Poi dopo la squalifica forzata l’Italia del tennis riabbraccerà Jannik Sinner, che si ripresenterà ancora da numero uno al mondo. L’attesa è finita, quella che mesi fa sembrava lunga, estenuante, sembrava dover durare anni. Ma in questo lasso di tempo, c’è qualcuno che ha pensato a proiettar altissimo il tricolore nel tennis, comunque. Ne usciamo alla grandissima. Basti semplicemente pensare alle ultime settimane, che hanno visto Berrettini battere Zverev a Montecarlo e strizzar l’occhio a Sinner, ma soprattutto i due ATP 250 di Darderi a Marrakech e la resurrezione di Cobolli a Bucarest. Quindi Montecarlo, l’apertura della stagione sul rosso, l’ultimo grande Masters 1000, l’avvenimento più importante, prima degli Internazionali. Senza Jannik, l’Italia portava ancora un semifinalista tutto azzurro. Musetti, che centrava la prima semi in un 1000 battendo pure Re Tsitsipas, tre volte campione in carica sulle terre del Principato. Bene, non s’è fermato. Non s’è regolato. E’ arrivato fino in fondo. Punto a punto, rimonta ancora dopo una partenza lenta (tutto sommato logisticamente naturale, plausibile e preventivabile, senz’altro comprensibile post stanchezza del grande slam degli ultimi giorni), arriva al terzo set, arriva persino al Tie-Break e alla lunga, centimetro dopo centimetro senza scomodare Al Pacino, se la porta a casa. Battuto e beffato De Minaur all’ultimo respiro: l’australiano si arrende 6-1, 4-6, 6-7. Dopo due ore e mezza e passa di battaglia Lorenzo Musetti centra la prima finalissima ATP della sua carriera. Straordinario. Le qualità le ha sempre avute. Lo scorso anno strozzate. Quest’anno ha capito che deve saper soffrire, sporcarsi le mani, reggere l’onda d’urto della pressione nei momenti decisivi, e così tutto è cambiato: come titolato ieri è definitivamente maturato, sbocciato, adesso l’Italia vanta quel campioncino pur lui destinato alla Top 10. E domenica la grande chance: ore 12, principale di Montecarlo, la sfida finale. C’è Carlos Alcaraz, chiaramente favoritissimo. Ma chissà, cavalcata mozzafiato, è arrivato fin qui, sognar non costa nulla. Sogna lui, sogna l’Italia.