
Bel derby. Pieno, intenso, combattuto. C’è stato tanto, c’è stato tutto. Alla fine uno a uno, un punto a testa e rimpianti biancocelesti. Un punto che però, va detto, alla fine, in ottica Champions, non accontenta nessuno. Entrambe perdono terreno e lasciano punti pesanti e stesse speranze, forse definitive, per il loro grande sogno. Lazio-Roma, stracittadina serale di ritorno di metà aprile, s’è chiusa uno a uno. Bel primo tempo biancoceleste, voglia di riscatto tra andata e post Bodo: Baroni spinge ma non arriva il vantaggio, Ranieri mescola le reti inviolate all’intervallo. Vantaggio che arriva però ad inizio ripresa: meritato, stacca Romagnoli su palla inattiva, scuola Roma ma cuore Lazio, bacio alla maglia sotto la Nord. La Roma a quel punto non può far altro che svegliarsi: Ranieri cambia le carte ma l’unico modo per rimetterla sugli stessi binari diventa gioiello Soulé, che pesca un jolly dai 25 metri, palla sotto la traversa. Un gol che spariglia le carte: Matias s’è preso finalmente la Roma. Un colpo che la Lazio non s’aspettava ma che è brava ad incassare perché tra nervosismo, calci e calcioni alla fine crea di più: gioca, costruisce, ma non arriva il controsorpasso. La Roma si impegna, ma costruisce poco. Occasioni ed espressione: più Lazio. Che alla fine esce tra rimpianti ma applausi dal pubblico biancoceleste. Miglior prestazione possibile, comunque, in vista Bodo. Ranieri chiude comunque imbattuto, coreografie straordinarie.