
CIVITAVECCHIA – L’amministratore delegato di Enel Flavio Cattaneo ha messo in dubbio oggi l’opportunità di chiudere le ultime centrali a carbone attive sul continente – gli impianti del gruppo di Civitavecchia e Brindisi – entro fine 2025, come annunciato dall’Italia negli anni passati.
Cattaneo ha stigmatizzato l’idea di fermare impianti “perfettamente funzionanti” intervenendo oggi in un convegno sull’energia organizzato dalla Lega e ha incassato la sponda del segretario del partito, Matteo Salvini.
“Giustamente dal punto di vista ambientale ma con qualche punto di riserva dal punto di vista della tenuta del sistema, noi ad agosto di quest’anno chiudiamo quattro centrali a carbone perfettamente funzionanti – ha detto Cattaneo -. Non vorrei che poi prima di parlare del nucleare abbiamo già il prossimo anno una riduzione importante di disponibilità di generazione, che non è quella principale, ma che ci ha salvato qualche anno fa quando c’era la crisi del gas”.
“Senza carbone avremmo avuto qualche problemino. Enel è presente in 28 paesi per questo abbiamo più esperienza e c’è solo una cosa che è più pericolosa del costo (elevato dell’energia) ed è quando l’energia non c’è. Quando ci sono i blackout c’è il caos vero”, ha concluso l’ad di Enel, evocando anche il blackout del 2003.
Intervenendo dal palco Salvini ha raccolto come detto la sollecitazione di Cattaneo. “Da vicepresidente del Consiglio di un governo che è una squadra, do il mio parere a Flavio e poi bisognai discutere, però porto sul tavolo del governo, del collega (ministro dell’Ambiente Gilberto) Pichetto e della presidente del Consiglio la mia riflessione che, in base all’evidenza di oggi, chiudere definitivamente le 4 centrali a carbone non è nell’interesse del Paese (…) significa tagliarsi un pezzo di futuro”, ha detto il segretario della Lega.
Attualmente sul Continente sono ancora attivi quattro grandi gruppi a carbone, due alla centrale Enel di Torrvaldaliga Nord e due in quella Enel di Brindisi. Durante l’emergenza prezzi del 2022-23 le centrali a combustibili solidi avevano visto una forte ripresa dei tassi di utilizzo, nel quadro delle misure del governo per contenere i consumi di gas. Da gennaio 2024 a oggi, al contrario, secondo i dati Terna/Entso-E le due centrali sono rimaste quasi del tutto inutilizzate, accendendosi solo per una mancata di ore lo scorso anno per smaltire scorte di carbone e praticamente mai nel 2025.
Un mese fa interpellato dalla Staffetta a margine della presentazione del Piano di sviluppo Terna, il ministro Pichetto ha detto di attendere che sul tema il ministero faccia un annuncio ufficiale, aggiungendo che nelle valutazioni verrà presa in considerazione sia l’analisi di Terna sui livelli di sicurezza del sistema elettrico – dalle quali negli ultimi anni non è mai emersa un’indicazione sulla necessità di ripensare la tempistica di chiusura del carbone – sia quella dei proprietari degli impianti.