
Terza scarcerazione per l’assassino di Alessandra Agostinelli
ALATRI – È stato nuovamente scarcerato Emiliano Frocione, l’uomo di 47 anni condannato per aver ucciso a coltellate la moglie Alessandra Agostinelli nella villetta di famiglia ad Alatri, in località Basciano, il 9 settembre del 2014. A stabilirlo è stato un provvedimento della procura generale presso la Corte d’appello di Roma, che ha accolto il ricorso presentato dal suo legale Tony Ceccarelli ed ha ripristinato la misura alternativa della detenzione domiciliare in una struttura del Reatino.
Lo scorso fine settimana i Carabinieri di Alatri avevano dato esecuzione a un ordine di carcerazione nei confronti di Frocione, emesso dalla procura https://www.lacronaca24.it/2025/04/12/alatri-uccise-la-moglie-torna-carcere-per-espiare-la-pena/ . L’uomo, già condannato in via definitiva a 14 anni di reclusione per l’omicidio della moglie – delitto scoperto dal figlio 14enne della coppia rientrando a casa da una partita di calcetto – era stato inizialmente incarcerato a Rebibbia, dove tentò più volte il suicidio. A causa di una diagnosi di sindrome psicotica, ottenuta grazie alla documentazione presentata dall’avvocato Ceccarelli, Frocione era stato trasferito in una comunità terapeutica del Cassinate. Ma i medici ipotizzarono una simulazione dei disturbi per evitare la detenzione, e per questo fu riportato in carcere, prima a Cassino, poi di nuovo a Rebibbia dove tornarono le manifestazioni suicide e questo spinse nel 2020 a una seconda scarcerazione e alla concessione della detenzione domiciliare in comunità, misura ora ripristinata.
Negli ultimi mesi, tramite un altro legale, l’uomo aveva avanzato richiesta di affidamento ai servizi sociali, ma il Tribunale di sorveglianza di Roma aveva rigettato l’istanza, ritenendo assente ogni prospettiva di reinserimento sociale. Analoga sorte per l’istanza di detenzione domiciliare ordinaria, respinta perché la pena residua – pari a circa 3 anni e 8 mesi – superava il limite previsto. Ora è disposto il ritorno al regime di detenzione domiciliare presso la stessa struttura che già lo aveva ospitato nel 2020.