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    Cronaca
    15 Aprile 2025
    Carceri: Uilpa, dopo il reato di rivolta aumentano tensioni e disordini

    ROMA – “Dopo la pubblicazione in gazzetta ufficiale del decreto-legge sicurezza e l’entrata in vigore, da sabato scorso, del reato di rivolta all’interno di un istituto penitenziario, sono aumentate le tensioni nelle carceri e in 4 giorni sono state almeno due le gravi situazioni di disordine che la Polizia penitenziaria, sempre più stremata nelle forze e mortificata nel morale, ha dovuto fronteggiare con non poche difficoltà. La prima domenica sera presso la Casa Circondariale di Cassino, la seconda stamani presso la Casa Circondariale di Piacenza. Anche a non voler attribuire alle due cose un rapporto di causa ed effetto, certamente le prime avvisaglie ci dicono che l’introduzione del reato, da sola, non ha alcuna efficacia nell’evitare i disordini, non solo perché punta tutto sulla repressione trascurando la prevenzione, ma soprattutto perché lascia immutata la gravissima emergenza carceraria in atto. Lo Stato, per essere credibile e autorevole, prima di mostrare i muscoli (dopati), dovrebbe mettersi nelle condizioni di rispettare le proprie leggi e non di violarle sistematicamente e con premeditazione persino nei confronti dei suoi stessi servitori con l’uniforme della Polizia penitenziaria, oltre che a danno dei ristretti”. Lo dichiara Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria.

    “Del resto, siamo stati facili profeti nel riferire queste cose alla Premier, Giorgia Meloni, già nel novembre 2023, quando nel corso di una riunione a Palazzo Chigi il provvedimento fu annunciato alle organizzazioni sindacali del comparto sicurezza. Da tempo rivendichiamo una concreta tutela per gli operatori delle forze dell’ordine, nel 2024 sono state ben 3.500 le aggressioni subite dalle donne e dagli uomini della Polizia penitenziaria, e sanzioni adeguate per gli autori e i promotori di disordini nelle prigioni, ma è del tutto evidente che le carceri vadano prima messe in sicurezza anche restituendo a esse condizioni di salubrità e legalità; altrimenti il rischio concreto è che il reato di rivolta si configuri come un perfetto ‘reato impossibile’: in penitenziari diffusamente illegali, come ci si può ribellare a un ordine che non c’è?”, afferma De Fazio.

    “Ciò, peraltro, nonostante il sacrificio sovrumano a cui gli appartenenti alla Polizia penitenziaria si sottopongono ogni giorno, in sottorganico di 18mila unità e in carceri sovraffollate con oltre 16mila detenuti oltre i posti disponibili, vedendosi comprimere anche diritti di rango costituzionale per tentare di non far sprofondare l’intero sistema e garantendo, per quanto possibile, almeno una speranza di sicurezza e umanità contro ogni speranza. Come se non bastasse, le direttive capestro sull’affettività in carcere, diramate senza alcun preventivo confronto con le Organizzazioni Sindacali e che non fanno i conti con gli organici, le situazioni architettoniche, logistiche, sanitarie e organizzative degli istituti saranno foriere di molteplici, ulteriori problematiche e tensioni. Lo ripetiamo, l’Esecutivo deve prendere compiutamente atto dell’emergenza senza precedenti in essere e varare immediate misure per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e assicurare l’assistenza sanitaria. Parallelamente, va aperto un confronto serrato per l’avvio di riforme di complessive”, conclude.