
(Adnkronos) – Vladimir Putin vuole “arrivare a una pace duratura” in Ucraina, dopo più di tre anni di conflitto. Parola dell’inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, che venerdì scorso ha incontrato il leader russo a San Pietroburgo, per la terza volta dal ritorno del tycoon alla Casa Bianca.
“La richiesta di Putin è di raggiungere una pace permanente. Quindi, al di là del cessate il fuoco, abbiamo ottenuto una risposta”, ha detto in un’intervista a Fox News, parlando di un’intesa che “sta emergendo”, All’incontro, definito “convincente”, erano presenti anche due “consiglieri chiave” di Putin, Yuri Ushakov e Kirill Dmitriev. “Questo accordo di pace riguarda i cosiddetti cinque territori. Penso potremmo essere sul punto di qualcosa che potrebbe essere molto, molto importante per il mondo”, ha aggiunto.
Sebbene Witkoff non abbia nominato direttamente i territori, sembra riferirsi alla Crimea, annessa illegalmente dalla Russia nel 2014, e alle oblast’ di Donetsk, Luhansk, Zaporizhzhia e Kherson, parzialmente occupate. Mosca ha dichiarato l’annessione di queste ultime quattro regioni nel 2022.
Quanto ai rapporti tra Russia e Stati Uniti, “epnso ci sia la possibilità di rimodellare le relazioni attraverso opportunità commerciali molto interessanti, che credo diano anche stabilità alla regione. Le partnership creano stabilità”, ha aggiunto.
Il presidente della Duma russa, Vyacheslav Volodin, ha chiesto la rimozione dall’incarico dell’Alto rappresentante dell’Ue per gli Affari esteri, Kaja Kallas, e il suo deferimento a un tribunale internazionale delle Nazioni Unite. L’accusa, espressa in un post su Telegram, è quella di “russofobia” e di “oltraggio alla memoria storica” per aver, secondo Mosca, invitato i Paesi dell’Ue e i candidati all’adesione a non partecipare alle celebrazioni in Russia per l’80° anniversario della vittoria nella Seconda guerra mondiale.
Volodin ha definito l’appello di Kallas “un ultimatum” e “un gesto irrispettoso verso coloro che hanno sacrificato la propria vita per salvare il mondo dal fascismo”. “Un mondo salvato dal popolo multinazionale sovietico, con 27 milioni di vite spezzate, e dai Paesi della coalizione antifascista come Stati Uniti e Regno Unito, che hanno perso oltre 800 mila persone, non deve mai dimenticare”, ha dichiarato il presidente della Duma.
Ricordando che in Russia vige una legge contro la riabilitazione del nazismo, Volodin ha aggiunto che il sistema giuridico del Paese prevede norme per perseguire chi, come Kallas, si renderebbe colpevole di “profanazione della memoria dei caduti”. “Il nostro dovere è difenderli”, ha concluso.
E’ intanto stato destituito il governatore della provincia ucraina di Sumy, Volodimir Artiuj. Lo ha comunicato il rappresentante del governo in Parlamento, Taras Melnichuk, spiegando tramite il proprio canale Telegram le ultime decisioni approvate in un consiglio dei ministri di ieri, durante il quale è stata decisa anche la rimozione del governatore della provincia di Lugansk, Artem Lisohor.
La destituzione di Artiuj è arrivata poche ore dopo che, intervistato dalla radio pubblica ucraina, aveva ammesso la presenza di un evento militare domenica nella capitale della provincia. “Non sono stato io a convocarlo, sono stato invitato”, aveva dichiarato il governatore, evitando di precisare chi avesse organizzato l’incontro. “Questo è un altro discorso”, aveva concluso. Successivamente il sindaco della vicina città di Konotop, Artem Semenjin, ha confermato che si è tenuta una cerimonia di consegna di onorificenze militari che, secondo altre fonti, sarebbe stata oggetto di una fuga di informazioni, facilitando così l’attacco russo.
Mosca ha confermato il lancio di due missili, che avrebbero colpito quella che ritenevano una riunione dell’esercito. Almeno 34 persone sono morte e un centinaio sono rimaste ferite, sebbene le autorità ucraine non abbiano confermato la presenza di militari tra le vittime. L’ex governatore di Sumy sarà sostituito da Oleg Grigorov, mentre al posto di Lisohor subentrerà Oleksi Jarchenko, secondo quanto riferito da Melnichuk.
Almeno una persona è morta e altre nove sono rimaste ferite in seguito a un attacco notturno con droni ucraini sulla città russa di Kursk. Lo ha reso noto l’agenzia statale russa Tass, citando fonti militari locali.
Secondo quanto riferito, diverse strutture sono state danneggiate dalle esplosioni e alcuni edifici hanno preso fuoco, tra cui un garage utilizzato per le ambulanze.
Niente “strumentalizzazioni” sul caso dei due cittadini cinesi che Kiev ha annunciato di aver catturato nei giorni scorsi. E’ l’invito che arriva da Pechino, con la Cina che rivendica “imparzialità” passati più di tre anni dall’inizio del conflitto in Ucraina a causa dell’invasione russa su vasta scala che il gigante asiatico non ha mai condannato esplicitamente. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha accusato la Russia di aver “coinvolto” cittadini della Repubblica Popolare “nella guerra in Ucraina”.
L’ “invito” rivolto dalla diplomazia cinese alle “parti interessate” è ad avere “una visione corretta della posizione oggettiva e imparziale della Cina e ad astenersi da strumentalizzazioni e montature” del caso. “Le autorità cinesi – ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Lin Jian – stanno verificando informazioni e circostanze”.