
di Diego Galli
VITERBO – C’è ancora una volta grande dispiacere ad ascoltare le recenti dichiarazioni di Chiara Frontini che stamattina, sollecitata dall’opposizione ad aprire gli occhi sulle gravi problematiche del centro storico, è tornata ad attaccare tutta la stampa – generalizzando – spiegando che “Si scrive soltanto quando chiude un’attività e mai quando apre”.
Una dichiarazione che, ancora una volta e purtroppo, è totalmente falsa poiché – noi in primis – abbiamo parlato di molte attività che nell’ultimo anno hanno aperto nel centro storico. Un numero ovviamente infinitamente inferiore – purtroppo – se paragonato all’ondata di chiusure, documentate non per attaccare indiscriminatamente (come fatto dalla sindaca) ma per sensibilizzare su una situazione che purtroppo continua ad attanagliare il cuore della Città dei papi.
Solo per citarne alcuni, ricordiamo l’apertura avvenuta ieri dell’Healty Food Zero in Piazza del Teatro, della nuova pasticceria La Dolce Vita su Via San Lorenzo, la macelleria islamica di Via Matteotti, il nuovo negozio di Bellocchio Arredamenti al Corso, il negozio di abbigliamento Debby Store sempre su Corso Italia, la rinnovata Libreria dei Salici in Piazza San Faustino, l’artigiano Essere Vento in Via Saffi e la boutique Indaco sempre in Via Saffi e anche Daja Vù, altro negozio di abbigliamento su Corso Italia. Appena nove esempi di aperture tracciate in solo otto mesi, documentate e adeguatamente promosse perché la volontà dei giornalisti – sicuramente di alcuni – non è quella di “bocciare” a prescindere, ma di informare.
Per non parlare delle altre aperture avvenute nel resto della città, ma fuori dal centro storico, comunque trattate. Un numero che, tuttavia, è decisamente troppo esiguo per controbilanciare il problema delle serrande abbassate, evidenziato e messo nero su bianco anche dagli enti locali, come Confesercenti, Confartigianato e altri, che hanno a loro volta cercato di “destare” l’amministrazione sulla questione.
E’ quindi decisamente deprimente continuare ad ascoltare dichiarazioni da parte della prima cittadina che tornano a screditare tutti i giornali viterbesi, facendo passare un messaggio non vero, ossia quello che “ai giornali piace scrivere solo male dell’amministrazione”.
Ricordiamo, infatti, come anche nell’occasione legata alla “riqualificazione abusiva” delle pareti dell’ex ospedale di Viterbo, Chiara Frontini fosse tornata ad accusare al stampa – addirittura via social – dichiarando che
“É altrettanto evidente, tuttavia, che se la campagna mediatica e l’indignazione che la stampa ha dimostrato su questo episodio fossero state sollevate, con altrettanta virulenza, per denunciare lo scempio di un immobile abbandonato in quelle condizioni all’ingresso della città (peraltro non di proprietà comunale, altrimenti lo avremo già inserito nei finanziamenti FESR/PNRR/Giubileo come abbiamo fatto con tutti gli immobili del centro storico), avreste fatto certamente un servizio migliore alla città. Cosa che, evidentemente, non è la vostra priorità”.
Eppure, come la sindaca forse ignorava, dell’ex Ospedale se ne è parlato tanto, se non tantissimo. Sono poche le testate locali e non che hanno ripetutamente segnalato i tanti, enormi problemi che il palazzo – abbandonato da anni – mostra giornalmente a cittadini e turisti. “Un ferita a cielo aperto nel cuore della città”, come tante volte in molteplici articoli è stato ricordato l’ex Ospedale, utilizzato come “bagno pubblico”, reinventato abusivamente come rifugio per sbandati, violato ripetutamente nelle sua proprietà privata e riportate problemi evidenti di sicurezza pubblica nel pieno centro storico di Viterbo.
In definitiva, abbiamo purtroppo assistito anche oggi – in sede di consiglio comunale – a un atteggiamento che riteniamo non consono da parte di un primo cittadino, soprattutto un atteggiamento decisamente troppo generalizzante e dannoso per una categoria, quella dei giornalisti, che – spiace per la sindaca – non è giornalmente impegnata a distruggere Viterbo, ma semplicemente “fare informazione”.
Se le notizie giornaliere che Frontini legge sono purtroppo in gran parte negative, la sua analisi dovrebbe essere rivolta verso se stessa e alle molte occasioni perse per ottimizzare, fare meglio e lavorare più sinergicamente con gli altri attori territoriali e nazionali, come Regione Lazio, Governo, Provincia e altri ancora.
Se invece la sua accusa fosse rivolta con solo dei determinati giornali, potrebbe invece rendere pubblici i suoi “nemici” così da non screditare il nome degli altri giornalisti davanti agli occhi di cittadini e – in questo caso – commercianti.