
L’Inter in semifinale di Champions League. Torna lassù, nell’olimpo dei sogni nerazzurri, due anni dopo. Lo fa alla fine di un doppio scontro tra Titani, ma alla fine supera l’ostacolo grosso: il Bayern, l’istituzione bavarese, uno dei colossi d’Europa, quest’anno finalmente rilanciato, che non va oltre il 2-2 a San Siro. Fa tutta la differenza del mondo ancora vincere in trasferta: il manifesto stampato in Baviera consegnerà ad Inzaghi ancora passaggio del turno. Succede tutto nella ripresa, inizio pirotecnico: sblocca solito Kane, ma Lautaro e proprio l’ex Pavard ribaltano e spianerebbero. Condizionale d’obbligo, perché i bavaresi la rimettono in piedi con Dier e nel finale scatta l’assalto: occasioni grosse, Kompany tante carte, ma resiste il muro nerazzurro, triplice fischio e urlo liberatorio, Inzaghi plana dove voleva, adesso sarà semifinale dei sogni col giovane scoppiettante Barcellona di Flick. Ma quest’Inter, gruppo vero, idee e identità, ambizioni di giocarsela con tutti fino alla fine, non può aver paura di nessuno: per quanto strameritatamente dimostrato fin qui. Escono due colossi stasera, perché come il Bayern esce pure il Real Madrid: ombra di sé stesso, altro che rimonta, organizzazione e personalità, squadra vera, Arsenal addirittura corsaro 2-1 al Bernabeu, altro che remuntada. Saka e Martinelli nella ripresa regalano forse la notte più bella dell’ultimo decennio ai Gunners, che sbancano il tempio madridista come quando Henry trascinò nel 2006 in finale Wenger. Merito d’Arteta, altro che bella e incompiuta: progetto solidissimo, che cresce anno dopo anno. Gunners che affronteranno il PSG, per Carlo Ancelotti notte fonda: finita pur la sua seconda era Madridista?