
CIVITAVECCHIA – Tra i temi che da mesi continuano a far discutere di più a Civitavecchia c’è senz’altro la scelta dell’Amministrazione che sembrerebbe da tempo ormai aver deciso di installare parcheggi a pagamento, strisce blu se non sbarra per privatizzazione del parcheggio del Tribunale di Civitavecchia, il Piazzale dei Frati Cappuccini. Una volontà nata a gennaio ufficiosamente per cercar di arginare mezzi pesanti che di notte invadono e sostano nel parcheggione antistante il Palazzo di Giustizia cittadino. Dopo la contrarietà espressa dagli avvocati con una lettera di Carlevaro, nasce un Comitato, il “Comitato spontaneo in difesa del Piazzale dei Frati Cappuccini”. Una lettera e una raccolta firme partita lunedì, che in meno di 72 ore ha già raggiunto più di 600 adesioni per un numero destinato ad incrementarsi vertiginosamente nei prossimi giorni con l’obiettivo d’arrivare a 1000 entro Pasqua. Un comitato allestito dai proprietari dello Chalet del Tribunale, da anni riferimento per colazioni, caffé e pranzi per passanti, clienti, avvocati e operatori del mestiere. Un Comitato che scrive all’Amministrazione, direttamente al Sindaco Marco Piendibene, proponendo soluzioni alternative e sottolineando l’importanza pubblica di un piazzale che negli anni ha rivestito e significato valenza sociale, dagli incontri e l’aggregazione d’ogni tipo. Anche sportivo, punto di ritrovo per tante squadre locali che partono nel weekend per le gare dei rispettivi campionati in trasferta. Di seguito il testo integrale redatto dal Comitato: “Il piazzale dei Frati Cappuccini” adiacente la sede del Tribunale civile e penale di Civitavecchia è uno spazio pubblico. Se fosse tenuto con un senso civico diverso potrebbe continuare a svolgere la sua funzione al meglio. I cittadini, i dipendenti pubblici e gli operatori della giustizia, il personale scolastico dei vicini istituti didattici, gli esercenti le professioni liberali, le famiglie dell’imprenditore e dei dipendenti che traggono il loro unico reddito dallo Chalet del Tribunale, sarebbero gravemente pregiudicati da una privatizzazione totale di un’area (ora ospitante, almeno parzialmente e fino al 30/04/2025, anche il truck per lo Screening oncologico dell’ASL Roma 4) che ha sempre svolto una funzione pubblica anche al di là dei servizi connessi con la giustizia (punto di incontro per gite scolastiche e dei centri anziani, per i lavoratori trasfertisti, per i raduni ecc. ecc.). Contrari in assoluto all’apposizione di una sbarra, una soluzione possibile potrebbe ricercarsi nella previsione di una certa percentuale di posti a pagamento (in misura, auspicabilmente, non superiore al 30% del totale) che non pregiudichi il diritto del cittadino a fermarsi a prendere un caffé o accedere ai servizi del Tribunale, a frequentare la scuola o ad usufruire dei servizi forniti ora dalla ASL Roma 4. In questi anni abbiamo visto mezzi pesanti parcheggiati per mesi nell’area pubblica togliendo posti a decine e decine di auto e mai un controllo volto a regolare tale situazione. Se, invece, si ottimizzassero questi posti (con controlli e divieti), l’interesse pubblico della collettività e quello della migliore gestione delle risorse del Comune sarebbero ottimamente contemperati, senza bisogno di inutili contrapposizioni e, soprattutto, di sbarre”.