
Poteva esser una delle notti più belle, quelle di lazialità pura, degli ultimi anni. Invece si trasforma in un incubo, totale. Tremendo. Batosta e delusione. Rigorata fatale sotto la Nord: la Lazio completa la rimonta, sì, ma in semifinale ci va il Bodo/Glimt. Finisce 3-1 per i biancocelesti, ma la lotteria narra totale 5-6. Una Lazio che aveva anche saputo resistere alla pressione, rispettare i pronostici e rimontare, seppur col brivido: sblocca Castellanos, ma il gol che spedisce tutto ai supplementari arriva solo all’ultimo respiro, quando ogni speranza sembrava tramontata. E quindi film, e quindi vento che sembrava spirare biancoceleste, anche perché ai supplementari col vento in poppa la Lazio domina e sorpassa: Dia, tris. Ma proprio quando sembrava invece tutto fatto, gli insidiosi giovani e coraggiosi norvegesi trovano quel 3-1 che riporta tutto il contenzioso in parità: segna Helmersen, volti attoniti all’Olimpico, buccia di banana guastafeste, torna quell’ansietta, che poi si rivelerà fatale. Perché sebbene Romagnoli vince monetina e rigori sotto la Nord, sebben la trama del film fosse tornata a spirar Lazio che va in vantaggio dopo la prima serie, sbagliano Tchaouna e proprio Noslin e Taty, che tra pressione e pochi attributi tirano rigori inguardabili. Il colpo lo fa la favola assoluta, il Bodo, che centra la prima semifinale europea della storia dei club del calcio norvegese. Dal Circolo Polare Artico alla conquista Capitale: per la Lazio botta tremenda, si chiude sul più bello un’Europa League disputata in copertina. Una cavalcata straordinaria finita malissimo: fa male, eccome. La Lazio è fuori dall’Europa League.