
di Diego Galli
VITERBO – Ogni primavera, il cuore medievale della città si trasforma in un giardino incantato, inondato da colori, profumi e creatività. Ma dietro alla bellezza effimera di fiori e installazioni si cela una storia lunga e radicata: quella di San Pellegrino in Fiore, una delle manifestazioni più amate del centro Italia, che affonda le sue radici nel 1987.
Una nascita ispirata e un’idea lungimirante
Era il 1987 quando Armando Malè, mosso dal desiderio di valorizzare il suggestivo quartiere medievale di San Pellegrino, diede vita alla manifestazione, in collaborazione con Fabio Fontana, l’assessore Giuseppe Genovese e il comitato S.S. Salvatore. L’intento era chiaro: unire il patrimonio architettonico e storico di Viterbo alla cultura florovivaistica, creando un evento capace di attrarre visitatori e mettere in risalto le eccellenze locali.
Il risultato fu sorprendente fin dalla prima edizione. L’antico borgo si animò di bancarelle, composizioni floreali e visitatori entusiasti. Da lì in avanti, San Pellegrino in Fiore divenne un appuntamento fisso della primavera viterbese, crescendo ogni anno in dimensioni e prestigio.
Un’evoluzione costante
Nel 1993, per dare una struttura più solida all’organizzazione, venne data vita all’Ente Autonomo San Pellegrino in Fiore, con lo stesso Malè alla presidenza. L’ente ha curato la rassegna per tre decenni, ampliandone il respiro culturale e turistico. Negli anni, l’evento ha visto la partecipazione di florovivaisti da tutta Italia e, in alcune edizioni, anche ospiti internazionali. Tra le sue caratteristiche distintive: la valorizzazione dei prodotti tipici della Tuscia, l’inclusione di mostre artistiche, concerti e itinerari culturali.
Con il passare del tempo, la manifestazione si è trasformata da semplice mostra mercato a vero e proprio festival dell’identità territoriale, diventando un simbolo di rinascita primaverile per la città e per tutta la provincia.
Il passaggio al Comune, il progetto di Raffaele Ascenzi e il futuro eco-artistico
Nel 2023, in un gesto di grande valore simbolico e pratico, l’Ente storico ha donato il marchio “San Pellegrino in Fiore” al Comune di Viterbo, che ha assunto la diretta organizzazione e gestione dell’evento a partire dall’edizione 2024. La transizione ha segnato una nuova fase, con un approccio più istituzionale ma sempre attento alla tradizione. L’edizione 2024 ha visto da parte l’amministrazione la promozione di un concorso di idee, vinto dal gruppo guidato dall’architetto Raffaele Ascenzi, per realizzare un allestimento eco-artistico ispirato ai paesaggi e all’architettura della Tuscia, con materiali di recupero e installazioni immersive. Il progetto, che ha ottenuto un punteggio di 92,20 su 100, è stato realizzato in collaborazione con gli architetti Francesco Moretti, Marco Porcorossi, Andrea Rodolico, Alessandro Scorza e Federico Ciatti e vide, da parte dell’amministrazione, un investimento totale pari a 180mila euro. L’evento, che si è svolto dal 1 al 5 maggio 2024, ha coinvolto florovivaisti locali e ha valorizzato le principali piazze e vie del centro storico, rafforzando il legame tra la città e il suo patrimonio in vista della candidatura di Viterbo a Capitale Italiana della Cultura 2033, focalizzandosi e facendo rivivere artisticamente gli orti e le culture tipiche dei monasteri medievali, caratterizzate dalla presenza di ortaggi e piante officinali.
Per il 2025, in concomitanza con il Giubileo, l’evento si rinnova con un progetto curato dall’architetto Lorenzo Porciani e dalla sua collega italo-iraniana Delaram Kazemi Asfeh: un’esposizione eco-artistica che utilizza materiali di recupero e superfici specchiate, ispirandosi ai boschi, ai laghi e al Medioevo della Tuscia. Le piazze più iconiche del centro diventeranno scenari immersivi che celebrano natura, spiritualità e storia. A Piazza San Lorenzo, inoltre, sarà presente una mostra mercato organizzata e gestita da Verdi e Contenti e avrà l’obiettivo di promuovere la cultura del verde grazie alla valorizzazione di vivaisti e produttori che metteranno qualità, ricerca e passione al centro del loro lavoro.
Un patrimonio che continua a fiorire
Oggi, San Pellegrino in Fiore non è solo una festa per gli occhi. È un simbolo di orgoglio locale, un motore turistico e culturale, una testimonianza di come una visione condivisa possa trasformarsi in un’eccellenza nazionale. In oltre 35 anni di storia, ha portato centinaia di migliaia di visitatori a scoprire Viterbo, rafforzando il legame tra la città e il suo patrimonio.
Come i fiori che ogni anno rinascono, così San Pellegrino in Fiore si rinnova, con radici solide nel passato e rami sempre più protesi verso il futuro.
L’augurio, che ogni viterbese continua a manifestare annualmente, è ovviamente quello che l’evento floreale possa continuare a crescere, in particolare a livello di promozione turistica al di fuori del territorio locale. Anche quest’anno, come nel 2024, intanto, San Pellegrino in Fiore sarà promosso mediante cartelloni pubblicitari sul territorio della Capitale.
L’attesa per quest’anno è ovviamente massima, in quanto oltre al consueto ottimo numero di visitatori “classici” è atteso anche un surplus dato dai pellegrini del Giubileo. L’amministrazione sembra infatti particolarmente positiva e le strutture ricettive affermano come il numero di notti prenotate dall’1 al 4 maggio sia salito a 3, un numero quasi doppio rispetto alla media viterbese di appena 1.8 notti per turista.