
ROMA – Nel mondo del calcio ha fatto rumore la scelta di posticipare le gare in programma a Pasquetta, rinviate naturalmente per la morte di Papa Francesco, a mercoledì alle ore 18.30. Una decisione arrivata nella serata di ieri, progettando le gare sostanzialmente 48 ore più tardi data e ora previste. Ha fatto rumore soprattutto nella Capitale dove la Lazio, impegnata in trasferta col Genoa, esprime nelle parole del presidente Lotito tutto il suo disappunto. Durissima lettera di protesta del patron biancoceleste, Claudio Lotito, nei confronti della Lega, della FIGC e del Coni. Non tanto per quelle 48 ore che hanno dovuto ridipingere il quadro dell’organizzazione biancoceleste, ma soprattutto per l’ultimo saluto al Pontefice: Lotito, la Lazio e i suoi calciatori vogliono andare al Vaticano. E attaccano pertanto la Lega di non aver minimamente ascoltato o consultato parere e volontà del club e dei club per scegliere di recuperare le partite rinviate mercoledì, una data evidentemente – stando al comunicato biancoceleste – deciso unilateralmente. La Lazio ha chiesto pertanto ulteriore rinvio. Di seguito la lettera integrale: “La S.S. Lazio desidera manifestare ufficialmente il proprio disappunto per la decisione unilaterale riguardante la programmazione della partita di recupero tra Genoa e Lazio, prevista per mercoledì prossimo. Questa scelta, comunicata senza preventiva consultazione con la nostra società, non tiene conto degli impegni istituzionali che coinvolgono direttamente il nostro club. La Lazio, squadra storica della Capitale, ha infatti espresso la volontà e il desiderio unanime di partecipare con una rappresentanza ufficiale al doveroso omaggio nei confronti di Sua Santità Papa Francesco, in occasione di un importante evento spirituale previsto proprio in quella giornata. Riteniamo pertanto inopportuna la sovrapposizione tra tale evento e la disputa della gara – continua – chiediamo pertanto un urgente confronto con la Lega, al fine di individuare una soluzione alternativa condivisa, rispettosa non soltanto delle esigenze sportive ma anche di quelle (ci si permetta, prioritarie e prevalenti) istituzionali, spirituali e sociali della nostra città”.