
Dopo l’Amstel stellare, stavolta nulla da fare per la sorpresa Skjalmose, saltato ad inizio gara. Già, perché il secondo atto del trittico delle Ardenne è tutto ancora Pogacar. Ruggito eccome del campionissimo sloveno, dopo qualche medaglia senza oro di troppo, per quanto ha abituato a strabiliare fans e addetti ai lavori. Tadej si prende pure la Freccia Vallone, lo fa per la seconda volta in carriera, lo fa tirando fuori gli artigli dal Muro di Huy, lo fa staccando il vuoto su tutti i concorrenti bissando il successo di due anni fa per spiegare a chiunque perché è e resta il migliore dell’era contemporanea. Artigli veri, sorto l’acquazzone. Un lavoro eccezionale, a dir il vero, quello fatto dal suo team, L’UAE Emirates: lo porta ai 900 metri per sprigionarlo nelle migliori condizioni e così è. Ancora amaro l’esito finale per il rivale più atteso, quel Venepoel che deve accontentarsi soltanto dal nono posto: il podio stavolta lo chiudono Vaquelin e Pidcock.