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Sport
29 Aprile 2025
Ancelotti e Real, pure il secondo matrimonio ai titoli di coda: sarà Brasile?

MADRID – Con ogni probabilità saranno titoli d coda tra Ancelotti e Real Madrid. La seconda storia d’amore tra uno dei tecnici più vincenti di sempre ed il club più vincente del Vecchio Continente si chiuderà nelle prossime settimane. Naturale, fisiologico, l’ordine delle cose e del cosmo calcistico. Non si può vincere per sempre. Ere e cicli finiscono.

GAME OVER E così si chiude, s’appresta, pur il secondo ciclo del Carletto madridista. Nonostante l’avvento di Mbappé con un team di marziani generazionali destinati a dominare e restare ai massimi livelli per i prossimi sette/otto anni, sfumata pure la Coppa del Re con l’ennesimo Clasico stagionale perso, soprattutto post Arsenal per una Liga al tempo stesso sempre più lontana, dopo annate straordinarie il 24/25 madridista resterà catalogato fallimentare.

GENTILUOMINI E l’intenzione di Florentino Perez sembrerebbe quella d’andarsi a giocar il Mondiale per Club con un’altra guida tecnica o quantomeno un traghettatore: indipendentemente dalla scelta contrattuale, se sarà ovvero rescissione consensuale o esonero, le strade si potranno dividere già a maggio. Tutte le parti vogliono farlo come si vede. Eleganza, dato che si parla di un matrimonio storico, che per ben due volte ha significato massimo splendore: tre Champions a cavallo delle due ere.

BRASILE Inutile nascondersi: il sogno di Carlo Ancelotti era quello di chiudere la carriera a Madrid. Ama quel club, quello più vincente, della cui storia si sente parte importante. Ecco perché aveva sempre cortesemente respinto le avances di una nazionale particolarmente legata ai Blancos, storia e calciatori alla mano, quella del Brasile. Una delle più grandi, comunque, della storia di questo sport. Una volta captata la possibilità, i dirigenti Verdeoro sono invece tornati alla carica e stavolta hanno trovato terreno libero: Carlo accetterà, con ogni probabilità salirà in cattedra da giugno, la missione sarà qualificarsi e preparare al meglio i Mondiali d’America, 2026. Chiuderà verdeoro?